Ammalarsi in gravidanza, come curarsi

Un mal di testa, un raffreddore, un malessere generale: le donne in gravidanza non vengono risparmiate da questi malesseri tipici soprattutto della stagione invernale, ma il nuovo stato pone nuovi interrogativi su quali cure per una pronta guarigione è possibile fare ed a quali è invece necessario rinunciare.

Anche la pillola più “leggera” non può essere assunta senza il controllo del medico in quanto potrebbe essere dannosa per il piccolo che si sta formando nel grembo: i principi attivi dei medicinali attraverso la placenta raggiungono il feto e alcuni di essi possono avere effetti negativi sul regolare sviluppo della gravidanza.
Certi farmaci di comune uso possono essere pericolosi nella gravidanza e vanno pertanto banditi.

Gli antinfiammatori come l’aspirina, usati come antifebbrili, dolori o raffreddori possono interferire con i meccanismi della coagulazione nell’ultimo trimestre: ciò crea disfunzioni nel passaggio di sangue dalla placenta al bambino.

Gli psicofarmaci (ansiolitici, antidepressivi, ecc.) devono essere sospesi per il rischio di malformazioni e perché, al momento del parto, inducono sonnolenza e difficoltà respiratorie nel neonato.
Non assumere farmaci che contengono vitamina A (comprese le creme o le pomate) in concentrazioni superiori alle 20mila unità internazionali per ogni assunzione o ogni applicazione in quanto sono teratogeni.In realtà i farmaci controindicati in gravidanza sono solo 19, tra cui quelli usati per la cura di malattie croniche quali gli antitumorali, gli antiepilettici, gli ormoni tiroidei e gli antipertensivi.

Una donna che fa uso di alcuni di questi farmaci è bene che programmi la gravidanza consultando il proprio medico per sapere come è meglio muoversi.

Di solito è possibile trovare una terapia alternativa che controlla la malattia materna senza mettere a rischio il benessere e lo sviluppo del piccolo in arrivo.
Se la donna soffre di epilessia, per esempio, i derivati della carbamazepina sono gli antiepilettici a minor rischio per lo sviluppo del piccolo.