Ospedale-territorio, servono strategie decise per l’integrazione delle cure

Quale organizzazione reggerà l’assistenza sanitaria per i cittadini nei programmi di riorganizzazione funzionale e di servizio del Sistema Sanitario? Se ne è parlato, il 30 maggio scorso a Bari, durante l’incontro organizzato dalla presidenza della Scuola di Medicina, in collaborazione con la Rete di Sanità digitale eSanit@.
«Il futuro dell’assistenza sanitaria è a un bivio» – ha detto Loreto Gesualdo, Preside della facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università di Bari – «o muterà i modelli organizzativi oppure la complessità di un sistema sempre più appesantito dai vincoli di spesa si scaricherà sul cittadino, riducendone la possibilità di accesso al sistema di cure».

«È sempre più necessario, dunque» – ha aggiunto Vito Angiulli, CIO ASL BAT e coordinatore della Rete di Sanità digitale eSanit@ – «avviare coraggiosamente nuovi modelli organizzativi assistenziali a fronte della garanzia di maggiore appropriatezza delle cure e di tutela del paziente in vista di una più estesa domiciliarizzazione dei processi di cura. Se il cittadino deve, da parte sua, acquistare maggiore autonomia e rendersi più consapevole e protagonista del proprio processo di cura al management aziendale e regionale spetta la scelta di avviare la transizione delle aziende sanitarie verso una semplificazione della complessità e verso l’adozione estesa delle soluzioni di piattaforme di Sanità digitale, le uniche in grado di garantire l’integrazione ospedale/territorio e insieme di seguire in tempo reale il percorso del cittadino lungo il piano terapeutico-assistenziale assegnato».

«Integrare il sistema sanitario e quindi pensare la sanità in termini sovra-aziendali» – ha chiarito Salvatore Latronico, Presidente del Distretto IT Puglia – «significa avviare la costruzione di un appropriato ecosistema del modello delle cure, sostenuto da un ecosistema digitale, che, oltre a garantire l’integrazione abiliti tutte le strumentazioni di telemedicina prevedendole anche nella stesura stessa dei DRG. Avviare la costruzione di un ecosistema delle cure territoriali e insieme di un ecosistema digitale vuol dire anche la ricerca di un dialogo più aperto e semplificato con il mercato, tale da valorizzare l’offerta, costruendo un percorso di co-progettazione con l’industria IT, che in Puglia è particolarmente vitale. Per permettere il raggiungimento di questo scopo non a caso il Distretto IT della Puglia ha stilato un patto tra le imprese per dare vita ad un programma di valorizzazione dell’offerta rispondente ai bisogni del sistema, rendendo così funzionale l’offerta al disegno di riorganizzazione delle cure territoriali».

È dunque una nuova logica quella che bisogna inaugurare, di ampio respiro strategico, che valorizzi il sistema degli attori della filiera sanitaria e faccia discendere dai modelli inaugurati comportamenti organizzativi pertinenti e appropriati, con il coinvolgimento articolato del personale medico e sanitario. È un’occasione quella della riorganizzazione del sistema assistenziale regionale che non può essere affrontato solo con la logica dei tagli lineari dettati dalla Spending review né tanto meno con scelte di breve periodo. L’assenza di una visione di sistema rischia, infatti, di far pagare al cittadino la spesa sempre più sostenuta del sistema sanitario, che dovrà far fronte, nel prossimo decennio, ad un aumento sensibile delle patologie croniche e di una popolazione sempre più anziana.

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