Alla scoperta della Val di Rabbi tra trail running e nordic walking

Levavi oculos meos ad montes, dice il salmista, e anch’io quest’estate ho diretto nuovamente occhi e piedi verso i monti del Trentino occidentale scegliendo, casualmente, proprio la settimana più torrida dell’anno (l’ultima di agosto) per il mio annuale periodo di allenamenti-camminate in quota.
Per il quarto anno consecutivo sono così tornato a vagare per sentieri e strade forestali della Val di Rabbi, laterale della Val di Sole, compresa quasi interamente all’interno del Parco Nazionale dello Stelvio.

Quotidianamente, negli otto giorni del mio breve soggiorno alpino, ho alternato corse, escursioni, sedute di nordic walking, cercando di restare fermo il minor tempo possibile e andando alla ricerca di nuovi itinerari e zone che non avevo ancora esplorato, negli anni precedenti.
Definire la Val di Rabbi il paradiso del trail runner sarà forse un po’ banale ma corrisponde perfettamente alla realtà.
L’unico inconveniente, per l’amante delle lunghe corse solitarie in una natura ancora incontaminata, è la massa di turisti che aumenta di anno in anno e che si concentra, prevalentemente, nella zona  tra Rabbi Fonti e Malga Stablasolo, lungo il percorso che, da una parte, conduce alla meravigliosa Piana del Saent e e il Rifugio Dorigoni e, dall’altra, verso le cascate del Saent.
Ma basta allontanarsi solo di poco dalle zone più battute per ritrovare tutto l’incanto e la bellezza della montagna e procedere per ore senza incontrare quasi anima viva immersi in un silenzio quasi assoluto.

Il percorso più abbordabile, senza grandi salite e dislivelli, è il delizioso sentiero che si snoda lungo tutta la valle – da Malè a Rabbi Fonti – sulla destra del torrente Rabbies.
Ma oltre alla pura e semplice corsa, i miei allenamenti sono consistiti in lunghe sedute “trail” in cui ho alternato una  corsa piuttosto blanda con lunghi tratti al passo.
Per esempio, nel primo giorno del mio “stage” in altura  ho corso per circa un’ora in salita, lungo la bella forestale che da Rabbi Fonti sale verso Passo Cercen il punto che collega la Val di Rabbi con la Val di Peio) per poi deviare a un certo punto verso il sentiero che conduce a Malga Fratte Basse.

Tra parentesi, tutti i percorsi sono ottimamente segnalati e non c’è davvero il rischio di perdersi. Numerosi anche i percorsi dedicati al tranquillo e salutare nordic walking, con tanto di cartelli che indicano la difficoltà del tragitto e i km percorsi.
Alla prima seduta di allenamento, durata poco più di  due ore, ne ha fatta seguito un’altra, ancor più impegnativa di circa quattro ore (3h e 50’ per l’esattezza) che mi ha condotto sull’altro versante della valle.
Salito di corsa dalla borgata di San Bernardo – a metà della Val di Rabbi – verso località Cavallara, ho proseguito trotterellando verso una strada forestale che, a un certo punto si trasforma  in un sentiero che si snoda per qualche km in mezzo ai boschi.
Sul più bello,  però, quando si è trattato di attraversare un passaggio un po’ impegnativo, ho fatto vigliaccamente marcia indietro e sono tornato sui miei passi, scendendo precipitosamente a valle, verso le gettonatissime cascate del Saent e verso Rabbi Fonti.

Non ancora contento, la domenica successiva ho deciso di recarmi a Tres, nella non lontana Val di Non, per partecipare alla maratona non competitiva organizzata con passione dall’amico Franco Brida in collaborazione con la Pro Loco del paese.
Giornata splendida e perfetta per correre, con cieli tersi e temperatura attorno ai venti gradi.
Anche gli amici del gruppo podistico di Libiola sono saliti fin quassù per sfuggire alle afe padane e respirare un po’ di aria fresca.
Loro hanno scelto il percorso più breve, quello dei 28 km, io invece azzardo il lunghissimo da 44 km, che in realtà dovrebbe essere più corto di qualche km.
Lo scenario è piuttosto diverso da quello della Val di Rabbi, visto che si corre su una sorta di altopiano (l’altopiano della Predaia) ma i paesaggi non sono meno suggestivi.

Per lunghi tratti si corre in mezzo ai boschi o lungo pascoli assolati, passando da qualche tratto in asfalto allo sterrato di sentieri e strade forestali.
In prossimità del celebre monastero di San Romedio percorreremo anche una sorta di cengia scavata nella roccia che ci costringerà a procedere al passo chinando la schiena per non incocciare nelle rocce sporgenti.
Per coprire tutto il percorso mi ci sono volute 4h e 40’, comprese le soste frequenti per le foto e i ristori. Va tutto bene e non mi sento affatto affaticato.

L’unico inconveniente è il labbro un po’ gonfio, conseguenza di una banale caduta avvenuta poco dopo la partenza.
Due giorni dopo sarà già ora di partire – a malincuore – e di abbandonare la valle incantata per ridiscendere verso casa.
Prima della partenza, però, ci sarà ancora tempo per una seduta di circa quattro ore di nordic walking che mi riporterà proprio lungo quel sentiero che – pochi giorni prima – non avevo osato affrontare.
Questa volta, però, prendo il coraggio a due mani, mi aggrappo al cavo di acciaio appeso alla parete rocciosa e con molta cautela attraverso il passaggio “pericoloso”.

Il resto sarà solo una lunga discesa verso valle attraverso i boschi, sotto in cielo che si sta coprendo di nubi.
Prima di arrivare alla meta, però, l’istinto atavico riprende il sopravvento e riprendo a correre.
Anche per oggi potrò segnare orgoglioso sul mio diario la mia dose di corsa, quantificata in circa 3 km percorsi in poco meno di 15 minuti.
Il soggiorno in Val di Rabbi è finito e anche se mi resta il rammarico di non aver partecipato alla Maddalene Sky Marathon, svoltasi non lontano da questa zona lo stesso giorno della non competitiva di Tres, non mi sento per nulla frustrato.
Tra le tante cose, la montagna mi ha insegnato anche che a volte camminare per ore tranquilli può essere assai più piacevole di una lunga corsa affannosa e spossante.

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