Il fotovoltaico è un sistema per risparmiare sui consumi ed è ecologico. Questo, infatti, fa risparmiare e il governo offre degli incentivi molto interessanti.
Tuttavia qualche svantaggio ce l’ha, ad esempio i pannelli fotovoltaici non durano in eterno e, al termine del ciclo produttivo, bisogna smaltire i rifiuti in un certo modo stabilito dalla legge.
Non dobbiamo occuparcene noi personalmente.
Ma occorre verificare che il produttore abbia ottemperato alle norme vigenti per lo smaltimento.
Altrimenti rischiamo di non poter usufruire del conto energia.
Nella seguente guida vi spiego come smaltire i rifiuti fotovoltaici.
I rifiuti fotovoltaici hanno una vita di esercizio di circa 20-25 anni. Tuttavia si possono rompere o danneggiare, basta l’oscuramento di una singola cella per compromettere tutta la produzione di energia.
I materiali di cui vengono costituiti sono quasi tutti riciclabili, pertanto lo smaltimento dei rifiuti serve ad utilizzare nuovamente i fotovoltaici in maniera eco-sostenibile e non inquinante.
La normativa attuale prevede che il produttore di pannelli fotovoltaici debba aderire a un consorzio.
Questo ente deve occuparsi del riciclo dei pannelli fotovoltaici danneggiati o giunti alla fine del ciclo produttivo.
I consorzi abilitati vengono decisi dal GSE (gestore servizi elettrici), che ne ha redatto una lista reperibile in rete.
L’adesione al consorzio va esibita al momento della vendita, con un attestato che ne certifichi la legalità, altrimenti non verranno riconosciuti gli incentivi economici previsti dal conto energia per i fotovoltaici.
Il sistema di smaltimento dei fotovoltaici viene gestito da un software che monitorizza tutto il ciclo di vita del modulo, dalla messa sul mercato al termine della produzione, mediante un codice unico stampato su ogni pannello.
In questo modo è possibile risalire al produttore attraverso controlli incrociati con il database del GSE, e monitorare la correttezza dell’assegnazione degli incentivi economici.
Il problema dello smaltimento in realtà non è così grave, perché i materiali dei pannelli non sono né tossici né pericolosi e si possono riciclare al 95%.
I fotovoltaici a base di silicio si smaltiscono come i componenti dei computer, il vetro si ricicla completamente, così come l’acetato di vinile, le materie plastiche e i componenti elettronici.
Il telaio viene smontato e tutti gli elementi separati: vetro, metallo e plastica vanno alle industrie che li utilizzeranno in diverso modo.
Per i semiconduttori si usano dei materiali chimici che li separano, compreso il temuto tellururo di cadmio, che peraltro è in disuso nella fabbricazione dei moderni pannelli fotovoltaici.