Il calcio è l’ottavo peccato capitale. Credere che uno “spettacolo” tanto manipolato dai mezzi di comunicazione di massa, televisione, internet e nel quale investimenti di milioni di dollari vengono realizzati annualmente per matenere in vita questa macchina possa continuare ad essere chiamato sport non sembara avere molto senso.
Parliamo molto dell’essere “indignati” e di marciare per le strade, protestare contro gli abusi da parte delle banche e le recenti riforme del lavoro, ma sembra dimentichiamo i grandi difetti di uno sport che non risulta altro che essere settario, elitario e che scatena violenza, differenze e dispute tra religioni, popoli e persino nazioni.
Spesso abbiamo visto partite di calcio con le quali si sperava di risolvere problemi politici ed ottenere rivincite nazionali, pensiamo ai casi di partite come Argentina vs Inghilterra.
Senza andare molto lontano, in Spagna, il classico dei classici, Real Madrid Vs Barcelona, si trasforma ogni volta in una contesa politica, uno scontro tra identità e la cultura catalana e castellana.
Andrebbe ricordato inoltre come in occasione di una finale di campionato a Barcellona, nella primavera del 2011, vennero sgomberati da piazza Catalunya tutti gli indignati che stavano protestando con la scusa di “dover pulire” l’area della piazza.
Molti di manifestanti furono cacciati dallo spazio, persino a colpi, solo perchè Piazza Catalunya venisse pulita ed oridinata e centinaia di fans del Barcelona due giorni dopo potessero sporcarla comodamente, oltre a distruggere e creare disordini, come accade quasi sempre quando il Barcelona Fútbol Club vince.
Se inoltre facciamo attenzione agli stipendi smisurati che ricevono alcuni sportivi, non solo in Spagna e non solo i calciatori, ci renderemmo conto che lo sport è un’impresa con migliaia di tentacoli.
Il calciatore è una figura mediatica che ha la capacità di generare entrate considerevoli.
Marche di scarpe e abbigliamento sportivo, per esempio, approfittano dell’immagine di questi individui per fatturare smisuratamente.
Nel caso del Barcelona, e con la crisi economica in più, sembra che nessuno si ricordi la disoccupazione, l’intolleranza nelle strade e la crescente violenza dovuta alla rovina economica che stiamo vivendo.
Il trionfo del Barcelona è l’oppio necessario affinchè tutto il popolo catalano possa dimenticare i suoi problemi e la crisi. Per il popolo “pane e circo” dicevano. Ma questo circo costa molto a tutti e purtroppo “non c’è pane per tanti ladri”.
Prima di seguire la tua squadra preferita per tutto il mondo soffermati a considerare che lo sport è un’ultriore chiave del caos politico in cui viviamo, pensaci meglio prima di comprare un biglietto, una maglietta, un pallone, e chiediti qual’è il vero valore dello sport più popolare del mondo. ¡Visca El Barça!